“Il successo del genere consiglia al regime di intervenire presso la Mondadori per sollecitare la scrittura e la conseguente pubblicazione di gialli partoriti dall’italico ingegno. Potevano forse gli scrittori italiani non essere all’altezza di quelli inglesi e statunitensi? Ovviamente gli scrittori italiani, dai quali doveva provenire almeno il venti per cento dei libri editi dalla Mondadori, devono osservare delle rigide regole: storie ambientate all’estero, oppure, se ambientate in Italia, con dei colpevoli che dovevano essere stranieri. Le storie devono essere calate in ambienti degradati e il lieto fine, ossia la risoluzione del caso e la punizione del colpevole, deve sancire il ritorno all’ordine costituito. Il 1931 è così l’anno di pubblicazione de Il sette bello di Alessandro Varaldo, scrittore colto e già di lungo corso che raccoglie la sfida della casa editrice Mondadori: scrivere il primo romanzo poliziesco italiano. Il libro di Varaldo, che risente di una lettura attenta delle opere del maestro Edgar Wallace, già pubblicato in Italia da Mondadori, è presente con una copia della sua prima edizione nella collezione della Fondazione Rosellini, assieme alle opere di D’Errico e di De Angelis, altri due pionieri del poliziesco italiano, conquistati entrambi dalla penna di Simenon.” (da “L’ombra del Giallo sull’Italia in nero – L’Italia al tempo del Fascismo”).
E questa è solo una parte della storia raccontata dalla mostra “90 anni di Giallo Italiano” (presso Galleria Expo Ex, nei giardini della Rocca Roveresca, dalle 19.00 alle 22.30).
Qui sotto potete trovare una galleria di “cartoline” della mostra, preceduta dai link alle 6 parti del documentario: “L’ombra del Giallo sull’Italia in nero – L’Italia al tempo del Fascismo”: